Le nevicate abbondanti: fiocchi su fiocchi si sono posati tra le vallate, nei boschi, e sui tetti dei pittoreschi villaggi della Vallée.
Certo, a volte la neve ha provocato disagi, come tanti fatti di cronaca hanno già spiegato, e sicuramente la viabilità e la vita “ordinaria” si sono dovute un pò adattare a queste precipitazioni davvero intense e particolari…come vi abbiamo già spiegato nel nostro precedente articolo sul rischio valanghe.
Eppure non possiamo tralasciare il fatto che, in fondo, il paesaggio innevato è bellissimo.
Gobbe innevate, candore che si spande tra cielo e terra, suoni ovattati: la natura si riappropria della sua essenza più selvaggia e solitaria.
Ma tra le viuzze dei borghi e dei villaggi si ricrea una magia unica: quasi un ritorno ai tempi passati, come fossimo catapultati in un libro di poesie di paese, dove i ritmi diventano quelli lenti della vita alpestre invernale; e dove, complice il maltempo ed il rischio valanghe, gli impianti da sci e il traffico dei turisti sono rimasti lontani.
Vediamo così di fare un rapido viaggio in 5 tra le località più “innevate” della Valle d’Aosta, interpretate dagli obiettivi dei nostri fotografi!
La Valsavarenche, nel cuore del Parco Nazionale Gran Paradiso, è stata una delle località più colpite dalla nevicata.
Già di per sè la valle è un tempio della natura, fatta di pochi villaggi tranquilli, lontana dal turismo di massa.
I tanti fiocchi caduti hanno creato forti spessori, ben superiori al metro, donando al pittoresco borgo di Nex, frazione del capoluogo di Valsavarenche, un vero aspetto fiabesco.
Granai antichi, testimoni della lavorazione della canapa (da cui il nome “nex“, che richiama la cavità umida nei paraggi del villaggio dove essa veniva fatta macerare) e della conservazione del grano, e la sua posizione isolata, sopraelevata rispetto al fondovalle del torrente Savara: le casette stanno strette l’una con l’altra, come fossero simpatici pastori silenziosi ed infreddoliti sotto la neve, tutti intenti a scaldarsi un poco dinanzi all’unico lampione del paese…
Antico avamposto di media montagna, Fiery si colloca a 1878mt in alta Val d’Ayas, sopra l’ultimo paese raggiunto dalle macchine, Saint-Jacques, frazione di Champoluc.
Si raggiunge solo a piedi, e costituisce altresì la “prima tappa” di una bellissima escursione che porta fino al Pian di Verra, ai piedi del Monte Rosa.
Il lariceto circonda ed abbraccia il modesto ma pittoresco abitato, stretto tra poche case che conservano edifici suggestivi: il vecchio albergo “Pensione Bellavista”, dal fascino quasi belle-époque, e la chiesetta della Madonna della Neve.
Completa la veduta il bellissimo paesaggio aperto verso il Monte Croce ed il Palon di Nana: cime per alpinisti che amano la solitudine e la ricerca, belle e selvagge, in una cartolina dalla Val d’Ayas che ci mostra non le vaste piste degli impianti o i famosi panorami glaciali del massiccio del Monte Rosa, ma una montagna vera, legata a doppio filo con la vita semplice dei suoi abitanti.
Cervinia è stata sicuramente uno dei centri più colpiti dalla nevicata: decine di foto si sono susseguite sul web, a mostrarci la cittadina alla moda, tecnologica ed iperfrequentata quasi alla mercé degli elementi naturali.
La capitale turistica dell’alta Valtournenche è rimasta altresì separata dal mondo per qualche giorno, causa la chiusura della strada a scongiurare il rischio valanghe, bloccando molti turisti negli alberghi e nelle case.
Nonostante l’alta quota del centro abitato (2000mt circa), una nevicata così copiosa è, in questi ultimi anni di scarse precipitazioni, un evento davvero particolare.
E questa eloquente immagine dello sgombro della neve, dai tetti della Chiesa Parrocchiale Maria Regina Vallis Augustanae, restituisce un idea tangibile della quantità di neve caduta.
Il mattino prestissimo sopra Torgnon, alle porte della Valtournenche, nella cosiddetta “ora blu” che precede i primi bagliori dell’alba.
Il paesaggio è aperto e dolce, proteso verso il solco centrale della Valle d’Aosta, sopra Chatillon e Saint-Vincent.
La piccola chiesetta di Nostra Signora del Carmelo, presso la borgata di Chatrian, guarda dritta ad est, mentre le prime delicate luci dell’aurora ancora lontana regalano colori pastello al paesaggio.
Le case, caratteristiche e ben sistemate, si susseguono nel comune sparso di Torgnon tra le varie borgate, occupando il vasto e placido pendìo sotto la Becca d’Aver ed il Mont Meabé; l’apertura del paesaggio e la bella neve caduta regalano scorci bucolici che rilassano lo sguardo e scaldano il cuore.
Il Monte Rosa fa da sfondo al tipico abitato di Gressoney-La-Trinité, centro principale della omonima Valle di Gressoney.
Anche qui lo scenario nei giorni dopo le nevicate mostra tetti adorni di neve e un atmosfera candida e silenziosa, sotto cui dormono in un abbondante coltre bianca i crescioni (Lepidium sativum, altrimenti noto come “crescione dei giardini”, un ottima pianta aromatica dal sapore acidulo e piccante, utilizzata in zuppe ed insalate) che regalano il nome al paese: in lingua Titsch, il dialetto walser di Gressoney, “Chreschen-eye” ovvero “piana dei crescioni”.
Il peculiare campanile della chiesa della S.S.Trinità svetta sopra le case, guarda la piana innevata e saluta la materna mole del Monte Rosa che, in questo Gennaio nevoso, si crogiola ammirando il suo regno riposare sotto una bianca coperta.
I nostri fotografi di Aosta Panoramica hanno “sfidato” l’abbondante neve nei giorni immediatamente successivi alle nevicate, realizzando suggestive fotografie cariche di bianco splendore: un documento che ricorderà questa storica perturbazione la quale ha caricato i tetti dei villaggi valdostani con più di un metro di neve, e fino a 2 metri sui 2000mt di quota!
E voi? Avete realizzato scatti della memorabile nevicata?
Segnalateci le VOSTRE FOTO!