Sant’Orso: un eremita entrato nella leggenda e nella storia della nostra Valle d’Aosta, arrivato dall’Irlanda tra il V e VI secolo.
Varcate le Alpi si stabilì ad Aosta, dove divenne presbitero presso la chiesa di San Pietro, che in seguito divenne la collegiata di San Pietro e Sant’Orso.
Oggi viviamo la millenaria Fiera di Sant’Orso, dove artigiani abilissimi, produttori di eccellenze ed artisti si ritrovano ad animare la vera “veillà” della Vallée.

Foto di Marco Monticone
Racconti e testimonianze (tra tutte la “Vita Beati Ursi“, di autore ignoto) ci tramandano la vita di un uomo umile ma allo stesso tempo forte, fedele al suo credo ed ai suoi ideali, che si metteva in prima persona per risolvere problemi e soprusi.
Dedito alla coltivazione, possedeva un orticello i cui frutti divideva in tre parti: una per sè, una per i poveri e una per gli uccellini. Proprio per questo è raffigurato con un uccellino posato sulla sua spalla.

Foto di Marco Monticone
Le cronache ci narrano dei tanti miracoli che compì in vita, e che gli portarono invocazioni per prevenire le inondazioni e le malattie del bestiame, ma anche come rimedio per reumatismi e mal di schiena.
E’ stata per secoli usanza ad Aosta che i fedeli afflitti da questi malanni, o chi ne voleva essere preservato, si recavano nella cripta presso la Collegiata e, camminando carponi, attraversavano il “musset”, il breve e angusto varco aperto sul basamento dell’altare dove anticamente erano conservati i resti del santo.
Spesso è raffigurato con un bastone ricurvo, il bastone dei priori, come quello presente nella locandina di quest’anno: difatti una credenza popolare fa risalire al celebre Orso l’edificazione della collegiata che oggi porta il suo nome, come raffigurato su un capitello della stessa.

Foto di Marco Monticone
Non si conosce con certezza l’anno esatto della sua morte, che viene però fatta risalire all’anno 529, mentre è certo il giorno della stessa, ovvero il 1 Febbraio: giorno che venne poi consacrato al santo.
Come spesso capita anche presso altre popolazioni e attraverso altri “segnali”, per i valdostani c’era un sistema per prevedere il tempo tra la fine del’inverno e l’inizio della primavera, in secoli dove anche gli orsi si trovavano nei boschi della Valle: Se feit cllier lo dzor de sèn-t-Or, l’or baille lo tor et dor euncò pe quarenta dzor.
Se il giorno di Sant’Orso il tempo fa bello, l’orso gira il suo pagliericcio (per farlo asciugare) e dorme ancora per 40 giorni, perchè proprio in quei 40 giorni farà ancora brutto, decretando un prolungamento dell’inverno.

Foto di Marco Monticone
Ma è con la Fiera di Sant’Orso, la Foire de Saint-Ours che da più di mille anni anima le vie del centro di Aosta, che il nome del santo ebbe gloria perpetua tra le genti non solo della Vallée, ma anche in tutte le Alpi e, sicuramente oggi, in tutto il mondo.
Il gesto che da il via alla Foire è proprio quel dono che il santo faceva ai più poveri presso la collegiata: gli zoccoli di legno, i sabots, per proteggere dal freddo i passi dei meno abbienti.
Ed è così che, tradizionalmente, alla fiera accorrono artigiani da tutta la Valle d’Aosta, specialmente chi lavora il legno, per presentare le proprie creazioni nate attorno al fuoco del camino durante le sere invernali, proprio nei giorni che danno i primissimi sentori della primavera quasi alle porte.

Foto di Marco Monticone
Uno spettacolo unico sull’arco alpino, quest’anno giunto alla 1018^ edizione (avete letto giusto: millediciottesima edizione!) che richiama migliaia di turisti e curiosi a saggiare con mano uno spaccato dell’immenso patrimonio artistico, culturale ed enogastronomico della nostra regione: la “veillà” è una testimonianza forte del senso di appartenenza dei valdostani con le proprie tradizioni.

Foto di Marco Monticone
Non ci è dato sapere con certezza la reale esistenza di Sant’Orso, così come le vicissitudini della sua rocambolesca vita: è un atto di fede non solo cristiana, ma anche verso un patrimonio culturale e un corollario di gesti, tradizioni e unicità che legano a doppio filo i valdostani con la propria regione.

Foto di Marco Monticone
Non possiamo che invitarvi a visitare la fiera, mentre ci gustiamo il bel reportage del nostro fotografo Marco Monticone, visibile sulla nostra pagina Facebook!
Ecco qualche scorcio di questa prima giornata alla Fiera Di Sant'OrsoFiera di Sant'Orso – Foire de Saint Ours – Pagina…
Pubblicato da Aosta Panoramica su Martedì 30 gennaio 2018
Buona Fiera di Sant’Orso a tutti!