Paesi, strade asfaltate e piccole viuzze pedonali…ma anche tetti in losa, campanili caratteristici e manieri incantati: tanti dettagli che, tutti assieme, formano il dedalo di paesi e borghi che costellano le vallate valdostane.
Vediamo qualche spunto per fotografarli al meglio, scoprendo come la fotografia ci mostra più di quanto…sappiamo!

Foto di Gaetano Madonia
Fin dai tempi antichi l’uomo ha scelto di colonizzare la montagna imparando a conoscere il territorio dove insediarsi; proprio questo approfondito studio dell’ambiente che li circondava ha portato i nostri avi a determinate scelte costruttive, sia nel campo architettonico che nell’urbanistica.
I versanti solatii (che in Vallée vengono chiamati adrèt), esposti a sud, consentono di avere pascoli più verdi e asciutti, nonchè maggior presenza del sole anche durante i mesi freddi, rispetto ai versanti opposti (detti envers).
Se guardiamo il paese di Gimillan in Valle di Cogne, frazione del celebre borgo nel cuore del Parco Nazionale Gran Paradiso, scopriremo tutte le sopracitate caratteristiche.
I pascoli circondano il piano dove sorge l’abitato, che ancora oggi mantiene ben visibili le peculiarità storiche e tradizionali.
Facciamo due passi attorno al paese, cercando di immortalare nei nostri scatti le cime che si ergono, quasi in contrasto con i placidi prati, all’envers: una visione semplice dove l’immagine trova la sua forza proprio nel contrapporsi tra la dolce piana di Gimillan e le pareti rocciose di Punta Pousset ed i valloni laterali.

Foto di Gaetano Madonia
Più in basso di Gimillan, proprio alla confluenza dei valloni principali della Valle di Cogne, ovvero la Valnontey e il Vallone dell’Urtier, sorge il capoluogo Cogne: la stessa toponomastica del nome (Cogne in patois vuol dire “cuneo”, dal latino “cunia”) esemplifica la centralità di questo abitato.
Se ammirato dalla frazione Gimillan, di poco a monte, si lascia vedere nella sua più tipica forma urbana, con l’abitato storico addossato ai boschi che lambiscono le due vallate, ed il vasto prato di S.Orso libero sotto le erte pareti di Punta Pousset.
La notte riempie di magia la valle: mettiamo bene in pratica le nozioni imparate con la fotografia notturna per trovare nuovi spunti con la fotografia del bellissimo paese di Cogne, mostrando la sua caratteristica ubicazione a mò di “cuneo” verso queste montagne da “Paradiso”…

Foto di Alexis Courthoud
La struttura urbana si mostra ancora più caratterizzata se osserviamo il bellissimo paese di Introd: un luogo che, nei secoli passati, si dimostrò sicuramente di fondamentale importanza strategica sia commerciale che “doganale”, come dimostrano le importanti e grosse abitazioni quali Maison Bruil, dove tutti gli spazi vitali dell’economia rurale, sia per le persone che per gli animali, erano raggruppati in un unico edificio; ma anche la presenza di un robusto maniero e la ricchezza mostrata dall’elegante chiesa.
I primi abitanti trovarono qui terreno fertile, anche grazie ai depositi morenici ed alluvionali che formano il dosso roccioso sui cui sorge Introd.
Il fotografo attento può afferrare la bellezza delle montagne sulla sponda opposta, all’adret della valle centrale, dolci e boscose; alzandosi di poco sopra al paese, si può trovare la particolare veduta del Monte Bianco che si erge all’orizzonte del borgo.
Facciamo tesoro di questi suggerimenti, e trasportiamoli magari nel crepuscolo, controllando per bene l’esposimetro e scegliendo con cura dove effettuare la misurazione della luce (come vi abbiamo già spiegato parlando della fotografia del tramonto) per ottenere un immagine bilanciata e ricca d’enfasi.

Foto di Gaetano Madonia
Anche i borghi più piccoli celano sempre delle sorprese e degli scorci dove trovare un sapore davvero “tipico”: se risaliamo la Valle del Gran San Bernardo non sulla direttrice principale, ma lungo le strade tra le frazioni di Saint-Christophe e Roisan, più o meno a metà strada troveremo il pittoresco paesello di Blavy.
Case abbracciate ai pascoli sotto la Becca di Viou, in posizione davvero panoramica sulla valle centrale, che ben ci mostrano la scelta costruttiva tipica dei paesi di montagna, con le abitazioni tutte addossate l’una all’altra. E per finire, a regalare una piccola magia al luogo, la caratteristica chiesetta, minuta ma davvero graziosa, dedicata a San Bernardo.
La luce del tardo pomeriggio avvolge questi pendii rivolti ad ovest: scegliamo la composizione migliore per le nostre fotografie, completando il fotogramma con gli elementi naturali ad incorniciare le peculiarità della borgata.

Foto di Marco Monticone
Anche le località più turistiche, rinomate e ben conosciute, sanno offrire borghi ricchi di tradizione, lontani da quella vita mondana a volte troppo “chiassosa”…
E così una valle come la Valtournenche, assai nota per il comprensorio sciistico di Cervinia, cela in sè delle perle rurali dove respirare il sapore della tradizione.
Partiamo così dalla media valle, dove sulla riva sinistra idrografica del torrente Marmore troviamo il comune sparso di La Magdeleine, interessante esempio di organizzazione urbanistica, dove vengono raggruppate cinque frazioni assai tipiche per la tipologia costruttiva in legno e pietra, formando un agglomerato rurale detto “hameaux“.
Troviamo l’ispirazione per una fotografia anche un pò introspettiva, dove dando il “peso” giusto agli elementi del paesaggio si può raccontare tutta la tipicità di una borgata come La Magdeleine in un unico scatto: magari di mattina presto, in inverno, con ancora quasi tutte le luci spente…

Foto di Gabriele Prato
Risalendo la vallata della Gran Becca giungiamo al capoluogo Valtournenche, che però tosto ci lasciamo alle spalle, risalendo di nuovo il versante sinistro idrografico fino al parcheggio sotto il paesino di Cheneil.
Una breve camminata nel bosco ci conduce all’imbocco del vallone, dove esso si apre proprio guardando le cime del Petit e Grand Tournalin; poche case di pietra, un alberghetto assai caratteristico e il fascino di un luogo davvero d’antan, lontano dalle automobili e dal traffico.
Da un lato, passeggiando per le abitazioni verso monte, si ha una suggestiva veduta della Gran Becca; dall’altro possiamo trovare interessanti vedute verso il selvaggio vallone, in cui incastonare quasi alla stregua di un presepe tutte le peculiarità del piccolo borgo: le alte cime solitarie e le case che videro partire da qui le vite di pastori ed alpinisti.
Trovarsi lassù nelle silenziose ore di una notte invernale con la luna piena può regalarci davvero l’occasione di scattare immagini che vanno ben oltre l’iconografia da cartolina!

Foto di Marco Monticone
Questi sono solo alcuni degli innumerevoli paesi, frazioni, borgate che la Valle d’Aosta può offrire: sta a voi cercare lo scorcio più suggestivo, nel momento più particolare, magari guidati anche dalla fortuna…
…e mentre aspettate la Dea bendata, ripassate un pò di geografia della tradizione sul nostro archivio, con le fotografie dedicate ai paesi caratteristici della Vallée!