Castelli: dimore antiche fatte della stessa materia dei monti, che diventano presidio della cultura e della stessa anima storica della Valle d’Aosta.
Ma non solo: li vediamo immersi nel paesaggio alpino, plasmati nelle forme più suggestive…diventando ottimo soggetto fotografico!

Foto di Alexis Courthoud
Quando premiamo il pulsante di scatto, in particolare di fronte ad un elemento del paesaggio antropizzato dalla così forte valenza storica come un castello, ricordiamoci sempre di contestualizzarlo: il tutto è frutto di secoli di storia, di eventi, di adattamenti…
Regalare alla scena la dovuta enfasi vuol dire anche interpretare il momento della stagione in cui siamo: come dopo una nevicata al castello di Saint-Pierre, circondato dalle selvagge propaggini montuose della Val di Rhêmes sullo sfondo. Le sue forme davvero fiabesche, frutto delle imponenti ristrutturazioni del 1873 ad opera di Camillo Boggio di Torino, architetto ingaggiato dall’allora proprietario barone Emanuele Bollati, non nascondono l’aura di antichità del maniero, di cui si rinvengono prime tracce in documenti del 1287, allora sotto il dominio della famiglia De Quart e di quella dei De Sancto Petro.

Foto di Gaetano Madonia
Tutti conosciamo bene il Forte di Bard, assai noto grazie anche alla sua “partecipazione” ad un famoso film da botteghino.
Il forte come lo conosciamo oggi è frutto di una totale ristrutturazione relativamente recente (è stato raso al suolo dall’esercito di Napoleone nel 1800; dopo trent’anni Carlo Felice di Savoia, per paura di altre scorribande francesi, decise di riedificarlo su progetto dell’ingegnere militare Francesco Antonio Olivero, completato nel 1836. Dopo l’abbandono alla fine del XIX° secolo e dopo la guerra, fu restaurato definitivamente ed inaugurato nel 2006), anche se porta in sè una storia antica come avamposto già dell’impero Romano (si hanno le prime notizie nel VI° secolo dopo Cristo) e come fortezza vera e propria nel medioevo (scritti del 1034 ci lasciano definito il forte come “inexpugnabile oppidum”), poi sotto la signoria feudale dei Bard e in mano alla casata dei Savoia.
Il profilo lineare e massiccio spicca con l’appartata bellezza della bassa Valle d’Aosta: se sappiamo scegliere inquadrature panoramiche che lo riescono ad incastonare con l’ambiente, sapremo ottenere risultati originali e dinamici.

Foto di Marco Monticone

Foto di Alexis Courthoud
Spesso i castelli valdostani mostrano architetture originali, se non uniche: il castello di Introd fu modificato nella forma poligonale quasi arrotondata, assai caratteristica, da Pierre Sarriod di Introd già nel 1260, trasformando la struttura originale del XII° secolo.
Avviciniamoci a questi splendidi presìdi culturali passo dopo passo, esaltandone la forma e la possenza, magari grazie anche alle luci artificiali e alla neve!

Foto di Gaetano Madonia
La notte e le stelle regalano suggestioni uniche, sia che ci troviamo in aperta montagna che di fronte ad un elemento assai imponente come un castello.
E la magia del maniero di Fenis, dimora di campagna degli Challant, supera i secoli giungendo fino a noi carico di poetica armonia: le stupende mura merlate ad opera di Aimone di Challant nel XIV° secolo e il mastio del secolo precedente, dominato da Gotofredo II sono messaggeri di un gusto estetico unico nella storia.
…uniamo la storia alle stelle, e potremo immortalare immagini davvero caratteristiche!

Foto di Marco Monticone
Non tutti i castelli della Vallée sono però giunti a noi così integri come in queste immagini: a volte sono rimasti solo ruderi, poche torri in piedi, mura divelte…
Ma il fascino non diminuisce: la meravigliosa architettura di Châtel Argent, a Villeneuve, arriva dalle conoscenze del maestro James di Saint Georges, architetto del Conte Pietro II, che portò idee costruttive addirittura dal Galles, regalandoci il “Castrum Argenteum” già nominato dal 1176.
Sicuramente la sua posizione strategica, importante snodo sulle rotte commerciali anche della casata dei Savoia, ha portato guerra dopo guerra alla sua distruzione…un fascino decadente che non sminuisce, anzi esalta la sua antichissima storia giunta a noi fin dai tempi preistorici.
Liberiamo la creatività di fronte a luoghi del genere: le loro pietre sono fondamenta su cui poggia anche la nostra cultura!

Foto di Alexis Courthoud