Pochi posti permettono di avvicinarsi così tanto al “cuore” del Gran Paradiso come il Rifugio Chabod, in un viaggio tra la natura della Valsavarenche ammantata di neve, ed i suoi abitanti!
– partenza: località Pravieux (Valsavarenche)
– durata: 2,30h
– dislivello: 916mt
– altitudine: 2750mt
Descrizione:
Dall’ampio parcheggio in località Pravieux si seguono i cartelli segnavia che portano nel bosco, il quale viene rapidamente salito su bella mulattiera fino a raggiungere la caratteristica Alpe Lavassey (2194mt). Dall’alpe si rimonta il lariceto, ora più rado, giungendo nel vallone che adduce al rifugio, con bella veduta sul gruppo del Gran Paradiso. Se la coltre nevosa è abbondante, poco sotto al rifugio a quota 2600mt circa è consigliabile raggiungere la dorsale rocciosa di Costa Savolera e da li arrivare alla meta.
Composizioni fotografiche:
Quando ci si avventura per gli itinerari della Valsavarenche è sempre d’uopo avere la fotocamera pronta all’uso: gli incontri con la fauna lasciano ricordi indelebili e suggestivi, e questa zona non fa eccezione! Stambecchi maschi (Capra ibex) si lasciano ammirare già nel bosco, mentre poco sotto al rifugio, in campo aperto e con occhio vigile, potremo catturare la presenza fugace della volpe (Vulpes vulpes).
La quota ci permette visioni alpine di prim’ordine, al cospetto delle alte cime che compongono il massiccio. Se scegliamo di fermarci per la sera (il rifugio apre per la stagione scialpinistica in primavera), potremo cogliere l’ultima luce dorata sui versanti nord del Piccolo e del Gran Paradiso; al contrario, la luce dell’alba illuminerà l’opposto versante della valle, lasciando in ombra i giganti.
Avventuriamoci quassù con lo spirito di amore per la natura che fonda i princìpi base dell’area protetta, e lasciamoci appassionare dalla storia di Federico Chabod che, col fratello Renato, ha segnato in modo indelebile la storia politica e alpinistica della Vallée.
Il rifugio porta il nome del primo presidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta: originario di una piccola frazione di Valsavarenche, Tignet, egli fu uomo di cultura, partigiano, politico e sopratutto alpinista di grande purezza. Amò e scalò in prima ascensione stupende vette della sua Valle d’Aosta, tra cui la cresta nordest della Grivola, la cresta sud della Dent d’Herens e la parete sud del Gran Paradiso.
Quando, nei momenti di contemplazione della montagna all’esterno dal bel rifugio impugneremo la nostra fotocamera, ripensiamo allo spirito indomito di questo straordinario personaggio, alle sue conquiste e al Parco Nazionale Gran Paradiso: la preservazione della natura e la voglia di sublimare la bellezza delle cime sono pilastri di un approccio culturale alla montagna che mai deve mancare nell’occhio attento di chi interpreterà la sua visione attraverso l’arte della fotografia.
…e se vogliamo farci ispirare ancor di più, scopriamo le foto dedicate al rifugio Chabod dall’archivio di Aosta Panoramica…
…assieme alle fotografie della natura della Valsavarenche!