Montagna: dal dizionario “singolare femminile [lat. pop. *montania, agg. femm., der. di mons montis «monte»]”.
Ebbene si, la montagna è decisamente donna: ma non una “donna” generica, bensì un vero e proprio corollario di significati.
Dai ghiacciai nascono i torrenti, che alimentano le acque dei fiumi fluenti fino alla pianura: nella piana questi trasportano i vari minerali “catturati” dal ghiacciaio e dalla sua erosione e arricchiti dai vari affluenti, il cosiddetto “limo glaciale”, donando sostanza fertile alla campagna.
La pianura Padana stessa è frutto di sedimenti trasportati da millenni dai vari fiumi, tutti quanti nati dalle montagne.
Dobbiamo quindi ad essa, la “mater montis“, la nascita degli antichi insediamenti umani che, fin dal neolitico passando poi per le varie tribù celto/liguri, le conquiste dell’Impero Romano, e tutta la storia medioevale, hanno letteralmente posto le basi della società moderna.
Ciò che mangiamo, dalla frutta alla verdura passando per gli animali da allevamento, sono nati e si sono plasmati grazie a ciò che la montagna ha ceduto, in una sorta di cordone ombelicale che ci lega indissolubilmente ad essa.
L’alpinismo stesso ha vissuto notevoli storie ed arricchimenti, passati attraverso le quote rosa di questa nobile disciplina: Marie Paradis, prima donna a raggiungere la cima del Monte Bianco ne è stata la pioniera; ricordiamo poi la grande Lucy Walker, che compì grandi ascensioni, tra cui la prima salita femminile del Cervino; alpinista di grande valore, e vera pioniera per tutte le donne di montagna, fu Henriette d’Angeville seconda donna in vetta al Monte Bianco ed eccezionale alpinista.
In tempi più recenti ricordiamo Ninì Pietrasanta, moglie e compagna di ascensioni di prim’ordine del grande Gabriele Boccalatte, a cui tante vie sono indissolubilmente legate nel gruppo del Monte Bianco; si legò per straordinarie salite anche con dei mostri sacri come Renato Chabod e Giusto Gervasutti, segnando indissolubilmente la storia dell’alpinismo.
Combattiva e portatrice della fierezza di tutte le donne fu Mary Varale, tenace e forte alpinista in lotta con il maschilismo imperante nell’alpinismo tra XIX° e XX° secolo: arrivò persino al punto di dimettersi dal CAI perchè le fu rifiutata la medaglia d’oro al valore atletico, coinvolgendo anche il suo compagno di cordata Alvise Andrich.
Ai giorni nostri possiamo vantare atlete del calibro di Nives Meroi, che vanta nel suo eccezionale carnet la conquista di tutti e 14 gli “ottomila”, senza ossigeno e senza portatori, e tutti in coppia col marito Romano Benet: prima coppia in assoluto della storia. E valore aggiunto per Nives che può essere annoverata come la più forte alpinista al mondo, e forse anche la più forte della storia.
Grazie @pyeongchang2018, è stata lunga ed intensa, ma anche emozionante ed indimenticabile! Uno dei miei sogni si è…
Pubblicato da Federica Brignone su sabato 24 febbraio 2018
Nel mondo dello sport agonistico non possiamo non citare la “nostra” valdostana Federica Brignone, oggi residente a La Salle, che tantissime soddisfazioni ha portato al medagliere azzurro, collezionando titoli nello slalom gigante e nel supergigante, balzata alle cronache sportive nazionali per i recenti successi alle Olimpiadi Invernali e nella Coppa del Mondo.
Record-girl dello sci, la forte Sofia Goggia può vantare il record nazionale di punti segnati in una singola edizione di Coppa del Mondo (1197 nel 2017) e il maggior numero di podi, ovvero 13 nel medesimo anno e prima sciatrice italiana capace di ottenerne in quattro discipline.
Non dimentichiamo le donne nel mondo della fauna: quante volte abbiamo incrociato lo sguardo amorevole di una mamma camoscio col suo cucciolo, protettiva e forte?
Non vi è molto dimorfismo sessuale in questa specie, anche se le femmine risultano più aggraziate, specialmente nel torso e nel collo, più lungo rispetto ai maschi, dando l’impressione di avere un muso più longilineo.
Guardando le erte creste rocciose in primavera, già in alta quota, abbiamo sicuramente avvistato femmine di stambecco, ben riconoscibili dai maschi per via del colore più chiaro – anche con la muta invernale mantiene una colorazione più tenue rispetto a loro – e per le corna più corte e lisce, assidue presenze dell’alta montagna in tutte le stagioni: i branchi di maschi scendono a bassa quota, mentre loro stoicamente passano tutta la stagione fredda in gruppi composti da varie femmine, alcune di loro madri, con i cuccioli.
Insomma…il mondo della montagna è decisamente donna!
La femminilità percorre trasversalmente ogni ambito delle attività legate ai monti, e anche nel regno animale troviamo peculiarità che rendono uniche le abitanti delle terre alte.
Celebriamo quindi metà del nostro mondo, l’universo femminile, ricordando quanto forti e tenaci si sono sempre dimostrate nella storia: ancora oggi purtroppo vittime di discriminazioni e di violenze, eppure sempre fiere a testa alta.
E mentre cammineremo in montagna dimostriamoci delicati: stiamo accarezzando la pelle di una bellissima signora!
Buona festa della donna!