La notte: l’altra faccia del giorno, che da sempre affascina e intimorisce – allo stesso tempo – l’essere umano fin dalla notte dei tempi.
E lo fa ancora oggi, per molti di noi, nonostante le luci artificiali nelle città e i mezzi tecnologici a nostra disposizione…e così è anche per molti fotografi che si trovano spesso in difficoltà a scattare nel buio notturno.
In realtà la fotografia notturna è un canovaccio ricco di ispirazioni, che riesce a regalare scenari pieni di magia anche al paesaggio più “banale” visto in piena luce diurna. E dona la possibilità di impressionare, sui sensori delle nostre fotocamere, cose invisibili all’occhio umano…vediamo qui qualche trucco e consiglio.

Foto di Gaetano Madonia

Spesso le fonti di ispirazione si trovano nei villaggi vicini a noi, se non persino nel paese o nella città dove viviamo: basta magari trovare il momento e il “soggetto” giusto.
Sfruttando l’illuminazione artificiale nel paese e ponendo in primo piano un elemento che caratterizza l’intera immagine, si può ottenere una foto che può “raccontare” un determinato attimo, un evento, donando un effetto teatrale all’intera scena. Scegliamo bene la composizione degli elementi e dosiamo la quantità di luce: nè troppa nè troppo poca.

Foto di Alexis Courthoud

Lo stesso ragionamento vale se ci troviamo in una zona naturale, senza elementi antropizzati. Il paesaggio offre spunti davvero particolari, come gli specchi d’acqua e le sagome delle montagne. L’elemento umano, se inserito correttamente nella scena, può davvero fare la differenza in ciò che vuole esprimere la foto: anche l’atteggiamento del soggetto diventa importante a conferire quella “teatralità” che la fotografia notturna offre.
Diamo spazio alla creatività!

Foto di Gaetano Madonia

Fotografare le stelle è una delle prerogative della fotografia notturna. La luce fioca che emettono è catturabile dal sensore, se impostiamo correttamente la fotocamera.
Un cavalletto stabile, sensibilità ISO elevate e tempi di scatto “lunghi” consentono di impressionare la volta celeste: non c’è una regola fissa, ma alcuni suggerimenti pratici che ci vengono in aiuto.
Per il tempo di scatto abbiamo la regola del “600”, la quale ci suggerisce che il tempo di esposizione massimo non deve essere superiore al valore calcolato dividendo 600 per la focale equivalente che stiamo utilizzando: tempo di scatto = 600 / focale. Questo sarà il tempo di scatto massimo per avere le stelle ferme…perchè come ben sappiamo la terra si muove nello spazio! Con tempi più lunghi vedremo le stelle come “micromosse”.
Per esempio: focale 16mm = 600 : 16 = 37secondi
Se abbiamo una fotocamera APS-C ricordiamoci di convertire la lunghezza focale per il fattore di moltiplicazione relativo della propria fotocamera (1,5 per Nikon; 1,6 per Canon)
La sensibilità ISO verterà su valori alti, compatibilmente con la luce ambientale presente al momento dello scatto: la luce lunare (se la luna è piena essa emetterà molta luce) e l’inquinamento luminoso. In una notte senza luna si può impressionare la Via Lattea con valori di ISO approssimabili a 5000-6400 o anche più con una Full-Frame.
Di norma sarebbe conveniente utilizzare obiettivi molto luminosi, ideali con aperture massime f/2.8, per dare maggiori possibilità alla luce di “colpire” il sensore.

Foto di Gaetano Madonia

Un fattore importante che mette in difficoltà molti fotografi è la messa a fuoco.
Di norma si imposta la messa a fuoco in manuale, ruotando la ghiera su “infinito” e poi di nuovo leggermente indietro: si può partire da queste impostazioni e poi rivedere l’immagine dallo schermo della fotocamera, correggendo poi per lo scatto successivo la messa a fuoco.
Si può anche prendere come riferimento la luce di un rifugio o di una tenda, oppure la pila frontale di un amico, mettere a fuoco in automatico e poi lasciare in manuale.

Foto di Gaetano Madonia

Un altra suggestione offerta dalle tecniche fotografiche notturne è lo startrail, ovvero l’effetto scia delle stelle.
Sappiamo come ottenere il tempo di scatto limite per avere stelle puntiformi, ma per ottenere un effetto piacevole sarà necessario spingersi molto oltre il limite.
Gli startrail migliori si ottengono con diverse ore di esposizione, ma si può ottenere lo stesso risultato da più scatti. Al fine di evitare il surriscaldamento del sensore, ci vengono in aiuto diversi software presenti in commercio, molti – di qualità – anche gratuiti, rintracciabili sul web. Utilizzando questi software, il miglior risultato si ottiene scattando numerose fotografie tutti uguali, senza pause tra uno scatto e l’altro: è assai importante l’assenza di pause per non creare “buchi” nelle strisce.

Foto di Gaetano Madonia

Non facciamoci quindi intimorire dalla notte: perdendo qualche ora di sonno, sapremo portarci a casa fotografie suggestive e cariche di fascino!